Napoli ha una fame enorme di lavoro vero e di case. Il Comune non fa più bandi per l'assegnazione di case popolari dal 1998 e ha in pendenza graduatorie infinite per sfrattati, giovani coppie, coabitanti, cittadini che vivono nei bassi e negli scantinati. Si tratta di migliaia di persone che da 12-15 anni aspettano l'assegnazione di una casa popolare. Si tratta di un sottoproletariato marginale, che costituisce un settore importante della realtà sociale napoletana: persone che non hanno la certezza di un posto di lavoro e che ogni giorno si inventano l'esistenza. L'area nord dell'Unione Inquilini abbraccia tutti i quartieri che vanno da Scampia, Miano, Secondigliano, Piscinola, Capo d'Ichino, dove le contraddizioni economico-sociali sono più evidenti e dove è fortissimo il controllo del territorio da parte di vari clan della camorra. La visita delle case popolari di Via Stadera 55, a Poggio Reale, costruite dal Comune di Napoli nel post terremoto, mostra una situazione precaria. C'è chi ha occupato negozi per viverci, in mancanza di una casa vera. Anche per la categoria dei disabili, che pure ha una corsia preferenziale nell'assegnazione degli alloggi popolari, le liste di attesa arrivano fino ai 15 anni. Le case del post terremoto cadono letteralmente a pezzi. Crollano cornicioni e i balconi sono pericolanti. I vigili del fuoco hanno segnalato la pericolosità della situazione, ma la Romeo è intervenuta solo a mettere in sicurezza i balconi, facendo tra l'altro un lavoro inutile che peggiora la situazione. L'intero patrimonio pubblico di proprietà del Comune di Napoli supera le 80mila unità immobiliari. Il Comune di Napoli nel 1991 decise di affidare la gestione del suo patrimonio immobiliare ad una società privata, la Romeo Spa. Alfredo Romeo è partito da Napoli, poi ha ottenuto la gestione delle case pubbliche di Milano e di Venezia, le case degli enti previdenziali di Roma, e come una ragnatele si è affermato sul territorio nazionale. Romeo però non era un imprenditore che aveva grandi capitali da investire e che vinceva gli appalti perché sbarazzava la concorrenza. Al contrario. Quando ha vinto l'appalto nel 1991 non aveva un soldo, ha iniziato la sua attività con i soldi del Comune di Napoli. Le inchieste giudiziarie che si sono susseguite negli anni hanno dimostrato che Romeo ha vinto gli appalti a seguito di una serie di tangenti e per questi reati è stato processato e condannato nel 2000. Attualmente il giudizio pende in cassazione ed ha una pena sospesa di due anni. Il primo contratto d'appalto Romeo lo vinse nel 1991 ed aveva una durata di 10 anni. Nel 2001, al rinnovo dell'appalto, l'Unione Inquilini CUB si è battuta perché Romeo, in quanto imprenditore sotto processo, indagato, arrestato e condannato, fosse interdetto dal partecipare ad ulteriori bandi predisposti dal Comune di Napoli. Invece questo non fu fatto e la Romeo partecipò e vinse nuovamente l'appalto presentando un'offerta al ribasso del 40% rispetto a quella che aveva fatto nel 1991! Un'amministrazione seria avrebbe chiesto conto di come era possibile che in 10 anni, invece di aumentare i prezzi, la Romeo offriva un servizio al 40% in meno. La ragione di questo ribasso si è presto capita. La Romeo, oltre ad avere in affidamento la gestione dei rapporti con gli inquilini, ha avuto in gestione dal Comune di Napoli anche la manutenzione delle case. Ma le manutenzioni in realtà non vengono fatte o vengono fatte male. E la Romeo intanto intasca milioni dal Comune. Tantissime sono le segnalazioni di intervento per ristrutturare le abitazioni, che furono costruite nel post terremoto con materiali scadenti e che cadono a pezzi. In particolare quasi tutti gli inquilini si trovano con un bagni rotti e con perdite d'acqua. Tutte queste segnalazioni vengono raccolte dai call centre della Romeo, ma poi gli interventi effettivi sono sporadici e basati sul clientelarismo. Uno degli slogan della Romeo è "la civiltà dell'abitare": nelle case popolari di Ponticelli, Poggio Reale, Secondigliano, Miano, si incontra invece il degrado, l'emarginazione, e si tocca con mano l'assenza delle istituzioni. Chi è forte e si organizza sono i poteri criminali, che nelle case popolari fanno il bello e il cattivo tempo.

 

 

 

 

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